martedì 29 marzo 2011

IL VUOTO A PERDERE

Sul blog di cucina seguo tantissime amiche ...tra queste ieri Potolina( grazie) ha postato il video clip della canzone di Noemi "vuoto a perdere". Se come si dice : un nome una garanzia....questo brano è stato scritto da Vasco Rossi ed è tutto dire.
Incuriosita l'ho ascoltato.......un fulmine......è la mia canzone, almeno di questo periodo. Allora ho anche visto il video-clip.....saetta.....è la mia vita!!....almeno di adesso.
Poi rifletto......se avessi e facessi quello che può fare la protagonista "fulminatrice" del video-clip.......sarei soddisfatta e quindi vale sempre la regola: c'è chi sta peggio di te PUNTO.
Ma la ascolto e mi rendo conto che è vero....sono diventata grande senza neanche accorgermene..scrivo....sollevo lo sguardo e si sofferma sulla foto di mamma e papà davanti al caminetto......mamma allora aveva la mia età e la consideravo vecchia....allora, inevitabilmente , è questo che pensano di me.
Infondo è vero vado in giro a fare la spesa e non mi fermo più a guardare le vetrine....quello che le abbellisce sento non mi appartiene più.
Dunque sono diventata anch'io un vuoto a perdere. Non sento proprio più la necessità di guardarmi allo specchio....non sono certo Dorian Gray che insegue l'eterna bellezza e giovinezza,e ho paura di quello che vedo ma semplicemente non me ne frega più niente.
Ho vissuto tutti questi anni, sono passati senza che me ne accorgessi , nella monotonia e nell'attesa del meglio...ma dov'è...io lo cerco ancora e forse questa è la mia forza, che mi salverà e mi porterà su, al di fuori da questa nebbia, a socchiudere ancora gli occhi per la calda luce del sole e questa sarà la forza che aldilà di tutte le delusioni mi farà respirare di nuovo aria nuova.
Il tempo, la vita , la quotidianità sono queste e non ho la forza e il potere di cambiarli...devo conviverci e allora .....
Quando andavo al liceo lessi un libro che per sempre ha lasciato un segno....Il gabbiano Jonathan Livingston...
in questo piccolo romanzo si legge quanto sia importante vivere le proprie passioni, anche quando non vengono capite o condivise e viene esaltato il sentimento di libertà che è insito in ognuno di noi, uomo o animale, sentimento che non deve essere trascurato, ma che anzi va curato per farci sentire appagati. ( come ho letto in una recensione dello stesso)

allora devo essere un gabbiano e cercare e sperare sempre di trovare la libertà anche in quello che mi appartiene e mi circonda.
Devo ritrovare la forza di strappare quel bavaglio che cerca di soffocare la voce della mia anima......
e scrivere, scrivere, scrivere, tornare a scrivere come facevo un tempo su quei fogli svolazzanti lasciati nel tempo e persi chissà dove..... evanescente ed invisibile traccia dei miei sentimenti di allora che non sono scomparsi ma solo riamasti assopiti, nascosti dentro di me, sepolti sotto il peso della quotidianità che presto mi ha distaccata dai sogni.
....asciugarsi gli occhi umidi, velocemente..e andare avanti...il mondo non si cambia, certo no in un momento.....meglio conviverci....conviene!!


Al termine di queste parole devo per forza fare riferimento a chi inconsapevolmente ha ispirato le mie mani a scorrere sulla tastiera......Potolina.....ogni volta riesci a sorprendermi, ma credimi questa non è la tua canzone.Secondo me la tua canzone è "il cielo in una stanza"....quella del tuo patatino che riempie la tua vita e le tue giornate.












2 commenti:

  1. Devo dire che ricambio con affetto il riconoscimento del fattoche anche i tuoi pensieri, i tuoi commenti nel mio blog, le tue riflessioni, mi lasciano sempre uno spunto di riflessione, profondo...
    Ti ringrazio per questo, è bello confrontarsi con te, che assapori la vita nelle sue sfaccettature più profonde e che non ti racconti mai bugie; questa schiettezza che trapela nelle tue parole mi fa immaginare che anche con te stessa sei sincera...
    La canzone mi ha colpita facendola mia perchè penso che ogni donna, passando da una fase all'altra della propria esistenza, si metta in discussione, e quel vuoto che spesso prova, quella sensazione di non essere più la stessa, è un modo per accogliere la vita nuovamente, che se da un lato ti costringe ad abbandonare delle certezze dall'altro ti fa spalancare le braccia per accogliere le nuove consapevolezze, davanti alle quali spesso ci spaventiamo ma che fanno di noi donne, dell' "essere donna", persone speciali e poliedriche.
    Spesso trascuriamo i nostri bisogni, le nostre esigenze, il nostro essere femminile per qualcosa che in quel momento riteniamo più importante, più necessario, che banalmente possiamo sintetizzare nel termine "quotidianità"... e spesso la quotidianità è una bottiglia vuota che riempiamo del nostro cielo, del nostro cielo in una stanza...
    Un abbraccio di cuore!
    Francesca

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  2. ciao!!=)quanto scrivi bene!
    è impossibile annoiarsi leggendo i tuoi magnifici post...!
    mi sono aggiunta ai tuoi sostenitori così non ti perdo più di vista!!=)
    se hai voglia passa a trovarmi nel mio blogghino!!mi farebbe molto piacere!
    a presto buon pomeriggio vale

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